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Addio alla fiction

Ecco perchè la distinzione tra fiction e serie tv non ha più senso

di Stefania Stefanelli

02/07/2024 - 02:36

Rai Fiction

Cosa distingue oggigiorno le fiction dalle serie TV? Nulla, a parte la rete o piattaforma che le ospita: le prime vanno infatti in onda sulla tv generalista, le seconde sono disponibili nei cataloghi delle pay tv e in streaming.

Un tempo non era così. La fiction italiana, erede degli storici sceneggiati, si differenziava dalle serie tv perché quelle erano d’importazione, con un numero di episodi più numeroso e dalla lunghezza più breve. Non c’era dubbio, insomma, che Un Medico in Famiglia appartenesse ad un altro genere rispetto a CSI.

La distinzione tra fiction e serie TV è solo un problema nominale

Ma da quando le principali piattaforme hanno iniziato a realizzare prodotti seriali originali, ispirandosi alla mentalità americana – antesignana fu Romanzo Criminale – La Serie nel 2008 su Sky – le cose sono velocemente precipitate. E oggi non c’è nulla che distingua La Porta Rossa 3 di Rai 2 da Un’Estate Fa di Sky: due titoli quasi speculari prodotti in Italia, con attori italiani, con protagonista Lino Guanciale, composti da otto episodi ciascuno, ma etichettati l’uno come fiction e l’altro come serie tv.

E’ una questione risibile, tanto più perché si nutre del preconcetto che la fiction sia roba vecchia, sorpassata, quando così non è e lo dimostrano titoli Rai quali Blanca, Il Clandestino o I Bastardi di Pizzofalcone. Il problema qui è solo nominale, tant’è che uno stesso prodotto può cambiare identità in un attimo: è il caso di Mare Fuori, fiction di Rai 2 diventata un cult tra le serie tv con l’approdo su Netflix o dello stesso Clandestino, in top 10 sulla stessa piattaforma da alcuni giorni.

E’ tempo di farla finita e valutare ogni titolo per quello che è, indipendentemente da dove si trova e da come lo si guarda: per noi la parola fiction non ha più senso di esistere, con buona pace della Rai che le ha intitolato la sua struttura interna più valida.