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La Casa di Berlino

Redazione

di Redazione

30/12/2023 - 12:23

La Casa di Berlino

Berlino

3.5 /5

Berlino, il ladro più eccentrico e sadico della banda de La Casa di Carta, si è aggiudicato una serie tutta sua (e omonima) che racconta quello che è accaduto prima dell’ormai nota rapina alla Zecca di Stato spagnola. Ieri, Netflix ha rilasciato gli 8 episodi della serie con al centro un nuovo colpo e una nuova banda.

Berlino si presenta come una serie adrenalinica, dove crimine, ingegno e azione sono intrecciati alla personalità del protagonista, un bohémien impareggiabile.

Quello che salta subito all’occhio, però, sono le tante, forse troppe, similitudini con La Casa di Carta, a partire dalla struttura della narrazione: i ladri si incontrano in un quartier generale (la suite di un hotel) dove il capo della rapina (Berlino, interpretato da Pedro Alonso) spiega loro le tattiche e il piano utilizzando un modellino di carta, proprio come faceva il fratello di Berlino, Sergio Marquina (alias Il Professore). Caratteristici de La Casa di carta, e presenti anche in Berlino, i continui salti temporali per spiegare i passaggi del piano.

Man mano, però, emergono (per fortuna) le differenze: l’obiettivo del colpo non è una banca o una Zecca di Stato, ma una casa d’aste a Parigi e gioielli per 44 milioni di euro. Non ci sono ostaggi e nemmeno rapinatori con nomi di città, anche se comunque la banda ha nomi inventati (Keila, Roi, Damian, Bruce, Cameron; personaggi tutti abbastanza stereotipati). Il colpo è meno organizzato, riflettendo il “dionisismo” del protagonista, anche se la scappatella amorosa di Berlino, che mette in pericolo il piano, potrebbe ricordare quella tra il Professore e l’ispettrice Raquel Murillo (presente negli ultimi episodi della serie, insieme alla collega Alicia Sierra). C’è anche maggiore respiro dato dall’assenza di unità di luogo e dalla presenza di sottotrame che si sviluppano in maniera anche indipendente dal colpo. In generale aleggia maggiore di leggerezza.

Il rischio di risultare prevedibile, però, oltrechè una versione B de La Casa di Carta, è però dietro l’angolo. Perchè sì Berlino è appassionante, è una di quelle serie che tengono lo spettatore attaccato allo schermo per scoprire l’evoluzione della vicenda ma quel tipo di ritmo incalzante e adrenalinico era proprio il tratto distintivo della serie da cui ha origine.

Il finale lascia aperta la possibilità di una seconda stagione, nella speranza che ci sia più Berlino e meno Casa di Carta.

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