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UN MEDICO IN FAMIGLIA: IL SUCCESSO PASSA PER UN BUONISMO CHE FA SPERARE, MA CHE SOMIGLIA ALL’IMPOSSIBILE.

di Biagio Chianese

14/10/2009 - 15:44

UN MEDICO IN FAMIGLIA: IL SUCCESSO PASSA PER UN BUONISMO CHE FA SPERARE, MA CHE SOMIGLIA ALL’IMPOSSIBILE.

UN MEDICO IN FAMIGLIA RAGIONI DI UN SUCCESSO

Il medico di Raiuno ne ha passate di ogni; decimo anno di messa in onda, qualche ritorno nel cast, la (semi)perdita del nonno più amato di tutti gli italiani e gli eventuali spostamenti in palinsesto.

Eppure, nonostante tutti i cambiamenti che si sono abbattuti come cicloni in questi anni sulla fiction di Nonno Libero (Lino Banfi), Un Medico in famiglia resta un prodotto godibilissimo e di successo. Gli elementi atti a garantirne la popolarità sono i più disparati, dalla commedia che culmina in evidenti picchi comici, alle storie d’amore che garantiscono alle spettatrici più sensibili l’immancabile lacrimuccia. E così, se anche di base la famiglia Martini resta quella felice e contenta di sempre, modello Mulino Bianco, in cui tutti i problemi si risolvono con un sorriso e tanta buona volontà, siamo pronti a perdonare il buonismo eccessivo ed edulcorato a tutti i costi.

Perchè in fondo il mondo perfetto di Poggio Fiorito non è altro che il mondo delle favole, con il suo relativo immaginario infantile, che prima ancora di apparirci come surreale ci sembra anche molto rassicurante. Rassicurano il mondo di plastica costruito come nel più finto degli spot pubblicitari, con i suoi viali tranquilli e la sua clinica pulita e super funzionante; rassicurano i buoni sentimenti, quelli delle storie d’amore pulite e trasparenti, in cui la fiducia si mescola con l’onestà, in un walzer di storie da sogno che, manco a dirlo, non conoscono crisi degne di questo nome; rassicura il fatto di veder crescere i personaggi, accompagnandoli in un viaggio che ha aiutato a fidelizzare il pubblico. Ma il paradosso profuma di impossibile, e alcuni tratti della serie riescono a peccare di fantascienza anche in un quadro di generale artificiosità.

In primis il personaggio di Ciccio, attualmente alle prese con una cotta per una ragazza incontrata al maneggio. Messe da parte le scarsi doti recitative di Michael Cadeddu, che vengono sottolineate continuamente dal paragone con altri attori della serie, decisamente più dotati, ci è apparsa quantomeno strana la situazione nella quale è stato posto nei primi episodi di questa sesta stagione. Il ragazzo, infatti, appena ventenne, è destinato alla gestione di un agriturismo in Puglia, sta per andare incontro ad un improbabile matrimonio (con Miranda, che lo mollerà sull’altare), e cade dunque in una crisi che sembra piuttosto adolescenziale. Come dire? Un universitario adultizzato con i sentimenti di un teenager. Stridente miscuglio, alquanto destabilizzante.

E poi c’è la scomparsa di Emilio, il medico protagonista della scorsa stagione, interpretato da David Sebasti e caduto nell’elenco dei dimenticati con tutta la famiglia indiana che era stata al centro delle vicende di Poggio Fiorito nella quinta stagione, desaparecida senza troppe spiegazioni e senza che nessuno ne faccia mai parola; d’altraparte Alice, protagonista femminile degli esordi della fiction interpretata da Claudia Pandolfi, quasi non viene più considerata da nessuno dei personaggi. Per non parlare degli improbabili, e francamente un pò ridicoli sogni, in cui Cettina appare come una sirena, dopo essere scomparsa in un naufragio, o della ancor più strana e improvvisa entrata in scena di Ave, madre di Guido Zanin intepretata dalla brava Emanuela Grimalda, che, per non farsi mancare niente, in questa stessa serie aveva già vestito i panni di Milena, una vecchia fiamma di Torello.

Insomma, se da un lato il Medico in Famiglia piace perchè in grado di dare l’illusione di un mondo in cui il bene trionfa e i mulini bianchi non sono soltanto quelli in cui si lavora il grano nelle pubblicità, dall’altra ha sicuramente la pecca di esagerare. Perchè tutto sommato il bello, con relativa bontà, calma e serenità, quando è portato all’esasperazione stanca e troppe volte infastidisce. In vista di una nuova stagione, sempre più probabile dati gli ascolti generosi di quest’annata, consigliamo agli sceneggiatori di ritoccare il tutto, magari mettendoci un pizzico di sadismo. Perchè umanizzare la realtà della famiglia Martini, facendola piombare anche in una bella crisi dalle tinte drammatiche, potrebbe avvicinare ancora di più il pubblico. E perchè no, divertirlo.

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12 commenti su "UN MEDICO IN FAMIGLIA: IL SUCCESSO PASSA PER UN BUONISMO CHE FA SPERARE, MA CHE SOMIGLIA ALL’IMPOSSIBILE."

  1. UN MEDICO IN FAMIGLIA è BELLIXMIO