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MAD MEN: L’ADDIO A DON DRAPER DA OGGI SU TIMVISION

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

19/05/2015 - 11:43

MAD MEN: L’ADDIO A DON DRAPER DA OGGI SU TIMVISION

Mad Men

“La pubblicità si basa su un’unica cosa: la felicità. E sapete cos’è la felicità? La felicità è una macchina nuova, è liberarsi dalla paura, è un cartellone pubblicitario che ti salta all’occhio e che ti grida a gran voce che qualunque cosa tu faccia è ben fatta, e che sei ok”.

Sono passati 8 anni da quando Don Draper faceva la sua comparsa sui teleschermi di tutto il mondo. Esordiva, nel primo capitolo, parlando di felicità; tematica che avrebbe poi sottilmente pervaso l’intera serie. Il protagonista di Mad Men è un uomo che si crogiola nel suo tormento, lucido nel commettere errori ma anche nel mostrare la sua genialità. Dopo la season finale in onda domenica 17 maggio negli Usa, è arrivata l’ora di dire addio anche in Italia al capolavoro seriale degli anni 2000.

Le ultime sette puntate della serie, che compongono la stagione “7b”, saranno disponibili doppiate su TIMvision a partire da oggi, 19 maggio. Nel corso di sette stagioni, Mad Men è diventato un “Pop-Cultural Phenomenon” che ha ispirato linee di moda, libri di filosofia e persino di cucina. Nel corso dei suoi 92 episodi, ha raccolto 174 nominations e vinto 66 premi tra i quali 4 Emmy Awards e 3 Golden Globes come Miglior Serie Originale.

A New York le iniziative legate a questo gran finale non si contano: dalla mostra al Museum of the Moving Image sui costumi e il make up della serie, al MoMa che celebra lo sceneggiatore e produttore Matthew Weiner, ai ristoranti che offrono il pranzo a $19.69 (in omaggio all’anno cui è arrivata l’ultima stagione). Ci sono anche le strade che sono state rinominate “Don Draper Way” e “Mad Men Avenue” e la Public Library che ha esposto la lista dei libri letti dai personaggi.

Mad Man è anche il ritratto di una generazione, una riflessione sulla vita, sulle relazioni e sul ruolo delle donne. Sempre Hamm, parlando di cosa rende Mad Men così unico, dice:

“E’ interessante perchè è una serie abbastanza diversa da ciò che si trova in televisione; i temi e le storie sembrano familiari anche se si svolgono in un passato che la maggior parte del pubblico non ha vissuto in prima persona.”

Sul suo personaggio Hamm dice:

Don non è ciò che dice di essere, questo è probabilmente il suo più grande difetto ed intorno a questo ruota tutto. La sua mancanza di fiducia, i suoi problemi di dipendenza, il suo mostrare vulnerabilità e distanza emotiva rende evidente che tutto di lui è costruito su fondamenta traballanti e c’è un solo modo per risollevarsi: buttare giù la casa e costruire nuove fondamenta… ma questo costa molto lavoro (…)  è un personaggio difficile, per Don le cose non sono mai bianche o nere. C’è un motivo per cui Don indossa sempre abiti grigi e questo  è il mistero del personaggio che stiamo lentamente dipanando nelle ultime sette stagioni…”.

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