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JOSE’ MOURINHO VINCE LA FINALE DELLA COMUNICAZIONE SPORTIVA IN TV

di Marco Leardi

29/04/2010 - 20:01

JOSE’ MOURINHO VINCE LA FINALE DELLA COMUNICAZIONE SPORTIVA IN TV
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Due prodigi in un colpo solo, roba da far schiattare d’invidia il mago Silvan. Ieri sera Josè Mourinho ha raggiunto un primato che non si era mai visto nemmeno allo Show dei Record: portare la ‘sua’ Inter in finale di Champions League dopo 38 anni e diventare il fuoriclasse più discusso della comunicazione sportiva in tv. A dirla tutta i modi inusuali dell’allenatore portoghese, con quelle battute laconiche e fulminanti, quegli sguardi di fuoco e certi inquietanti silenzi, ci avevano stregati già da tempo. Uno così o si ama o si odia. Ma ieri sera nel partitone di semifinale contro il Barcellona è avvenuta la consacrazione. Novanta minuti con nervi a fior di pelle, sudori freddi e principi di infarto. Poi il fischio finale e la soddisfazione trasformatasi in pomiciata mediatica tra Mourinho e i tifosi. Niente di sconcio, anzi. Le telecamere hanno ripreso tutto, alla faccia dei rosiconi italiani e spagnoli.   

I volti di Josè, ‘aMourinho’ nostro. Strafottente, ombroso, esigente, cinico: l’allenatore dell’Inter è uno che, come si dice, buca lo schermo. Mourinho è un personaggio che mancava davvero al mondo dell’informazione sportiva italiana, fatta spesso di interviste del tutto noiose e prevedibili. Il tifoso ne aveva piene le tasche di sentire commissari tecnici e calciatori concedere alle telecamere le solite dichiarazioni trite e ritrite, che non significano nulla. “Una buona partita, sono soddisfatto per la squadra, non tanto per me. Penso al prossimo match, il campionato non è ancora finito”: che barba che noia, che noia che barba. In quei tristissimi momenti qualcuno ammette di aver cambiato canale e di essersi imbattuto in una telepromozione di materassi, trovandola molto più avvincente. Da Materazzi al materasso il passo era breve.

C’è voluto Mourinho per mandare a quel paese il calcisticamente corretto in tv. Sin dalle prime conferenze stampa l’uomo ci ha stupiti, regalando alle telecamere irresistibili siparietti ed esternazioni al fulmicotone. Il ‘mago’ Mou ha preso a schiaffi le tacite prassi della comunicazione sportiva. Tra le sue performance ricordiamo l’espressione “zero tituli” (ormai un cult), l’accusa contro la “prostituzione intellectuale” di certa stampa, i monologhi di fuoco e le battutine a tradimento in diretta tv. E infine lo show di ieri sera, nella semifinale di Champions.

Josè contro Mourinho. Ieri sera l’imprevedibile: dopo il fischio dell’arbitro che spediva la ‘sua’ Inter in finale, l’allenatore cinico e tutto d’un pezzo ha tradito se stesso e si è lasciato andare. Una corsa verso la curva, le dita puntate al cielo in segno di vittoria ma un volto impassibile. Come sempre, nonostante tutto. Gioia sfrenata e compostezza: un ossimoro comunicativo, di cui solo in pochi hanno colto la raffinatezza.

Pochi minuti dopo, il nostro si presentava davanti alle telecamere di Rai1, incalzato dai giornalisti che lo invitavano a spiegare il gesto. “Sono andato a salutare i tifosi, che dal campo non vedevo ma di cui sentivo le voci e il sostegno” ha detto Mourinho, allentandosi la cravatta e grattandosi i capelli: Josè se ne fragava di essere in diretta tv. A quel punto la giornalista sportiva Paola Ferrari cercava di trattenerlo con un’altra domanda, ma lui fuggiva verso gli spogliatoi più veloce di Furia e quasi infastidito. O lo afferri subito o non c’è storia, Mou scappa via.

Questo è Mourinho, signori. Un allenatore imprevedibile, a metà tra Vittorio Sgarbi e Paolo Bonolis. Con il fascino sbarazzino di una Velina e l’intrigante freddezza di Milena Gabanelli. Uno così vince la coppa della comunicazione sportiva in tv a pieno ‘titulo’, senza nemmeno giocarsi la finale.

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12 commenti su "JOSE’ MOURINHO VINCE LA FINALE DELLA COMUNICAZIONE SPORTIVA IN TV"

  1. Seguo il calcio da una vita tecnicamente è a dir poco geniale, non è assolutamente vero che mette punte a casaccio anche perchè ne ha solo 4 di cui una è Balotelli.

  2. Penso che sia l'allenatore più odioso fra tutti. Però c'è da dire che ha alzato parecchio la qualità dell'inter.

  3. è odioso ma lo tromberei volentieri.

  4. Piuttosto non si sa mai niente della sua vita privata! Credo sia sposato con prole ma la moglie e i figli non si sono mai visti in giro..chissà forse non vivono a milano con lui! Io sarei curiosa di vedere la special wife.. :-)

  5. È un grande comunicatore, uomo molto molto intelligente. Più che al mondo del calcio ha fatto bene al mondo del giornalismo sportivo ma è stato senz'altro un innesto positivo per il calcio italiano. Mi piace ma come allenatore non è poi così special one, quando la sua squadra è in svantaggio la sua mossa è sempre quella di giocare con 4/5 punte! Piuttosto le fortune dell'inter sono state 2: snejder e milito. Hanno fatto diventare l'inter più squadra. Però credo lui sia un grande motivatore e soprattutto complimenti per l'immagine che è riuscito a costruirsi, è come se gli piacesse passare da antipatico e così facendo riesce ancora di più ad attirare a sé l'attenzione dei media. L'ho visto di presenza prima di una partita e mi è sembrato, oltre un bell'uomo, anche molto simpatico. Non era affatto antipatico come forse si sforza di apparire ai media, anzi scherzava con i tifosi avversari.

  6. Fosse italiano ci sarebbe da votarlo alle elezioni Considerando quello che c'è in giro, le manette sono un gesto per tutte le stagioni

  7. ....nonostante io sia una romanista incallita,e dunque in sfida scudetto con l'inter,ammetto che Mou mi piace tanto!E' una persona/personaggio carismatico e ha saputo rendere l'inter una vera squadra cioè un gruppo e non il contorno di ogni singola stellina stagionale,quindi davvero un ottimo professionista!Le studia tutte per stupire nel bene o nel male e ad oggi comunque vada (su tutti i fronti di sfida)ha già fatto molti ma molti fatti e mi auguro e auguro al popolo interista che rimanga ad allenare questa squadra!

  8. Tutto veri! Io sono sempre stato un "simpatizzante" interista (nel senso che non me ne importava più di tanto). È merito suo e del suo arrivo se adesso sono tifoso interista; credo che resterò tifoso fino all'inizio dell'estate, quando, cioè, se ne andrà dall'inter (purtroppo). Laporta lo ha definito uno 'psicanalista da paccottiglia', io credo che invece sia un grande comunicatore (perché per comunicare ci vuole una grande conoscenza del pubblico e capacità di capire cosa si aspetta e cosa vuole) a livello sportivo e mediatico.