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GRANDE FRATELLO : UN REALITY ALLA DERIVA?

di Davide Maggio

09/04/2008 - 00:25

GRANDE FRATELLO : UN REALITY ALLA DERIVA?
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Alessia Marcuzzi @ Davide Maggio .it

Dal 2000 è cambiato il modo di fare televisione.

Con l’arrivo del Grande Fratello, i professionisti dello spettacolo hanno dovuto cedere il posto a chi, pur non avendo alcuna professionalità in ambito televisivo, è riuscito a calamitare l’attenzione del pubblico.

La gente comune, così viene definita, ha iniziato a diventare parte attiva del piccolo schermo dando vita ad un nuovo corso che, non ancora giunto ad un punto d’arrivo, fa si che la nostra televisione sia, ancora oggi, in un periodo di transizione.

Scoperte le potenzialità di questo nuovo trend, la tv italiana (così come quella degli altri paesi) è stata tutta un pullulare di people e reality show, diventati croce e delizia dei telespettatori nostrani.

Si poteva contare sull’impareggiabile effetto procurato dall’immedesimazione del “pubblico a casa” nelle storie portate in televisione dalla gente comune. Pubblico curioso, e al tempo stesso felicemente sadico, di vedere una parte di se stesso, forse la più intima e la più vera, in un mondo normalmente patinato come quello dello spettacolo.

Un modo per avvicinarsi e sentirsi parte di un ambiente ritenuto irraggiungile. Un modo per sentirsi più simile agli altri.

Pian piano, le lacrime hanno iniziato ad allagare i nostri tubi catodici, le risse da bar ad entrare nelle case degli italiani e le discussioni da pianerottolo a diventare discussioni da… piccolo schermo.

Grazie alla gente comune, dicono.

Se, però, può risultare agevole definire “gente comune” quella che affolla i people show in cui, grazie alla sapiente opera del conduttore, vengono portate a galla storie singolari e spesso recondite, riesce difficoltoso poter fare altrettanto quando si parla di reality show; programmi in cui il ruolo dei protagonisti diventa evidentemente più attivo a differenza di quello del conduttore che diventa spettatore anch’esso della realtà televisiva che presenta. 

Un reality show, in quanto tale, è fatto dalle persone che vi prendono parte, disposte a mettere la propria quotidianità e la propria intimità al servizio del telespettatore. Una realtà sicuramente influenzata e modificata dalle scelte autorali e soggetta alla intrinseche coercizioni proprie di ogni reality show che è, prima di tutto, forse giova ricordarlo, un programma televisivo.

Ma i protagonisti, proprio per questo, non possono essere “persone comuni” nel senso più stretto del termine. E non basta probabilmente neanche custodire una storia strappalacrime sperando che venga fuori grazie al confronto con i coinquilini e/o alla maestria dello staff autorale. E’ necessario che questa gente comune sia tale per il semplice fatto di non aver mai avuto a che fare col mondo dello spettacolo ma è altrettanto indispensabile che nel proprio microcosmo sia un personaggio.

Un personaggio da portare alla ribalta o, se vogliamo vederla nell’accezione più arida, da sfruttare a fini televisivi.

Questo è ciò su cui dovrebbe far leva un reality show. Altrimenti il rischio sarebbe quello di vedere in televisione qualcosa di banale e non di eccezionale, come invece dovrebbe essere, per definizione, ciò che la televisione propina

Fondamentale, a questi fini, risulta la selezione dei concorrenti. Selezione che quest’anno è stata fatta male per aver portato in scena gente troppo comune che non ha saputo fare la differenza o più semplicemente fare spettacolo.

Due soli erano i personaggi che avrebbero potuto dare una svolta al programma e risvegliare un interesse in calo. Ma erano troppo pochi e troppo poco… spettacolari.

Il primo, Roberto Mercandalli, reincarnazione del cumenda milanese, si è rivelato, alla fine, un personaggio costruito e ha fatto gradualmente calare l’interesse nel telespettatore; la seconda, Silvia Burgio, portatrice sana di una di quelle storie che avrebbero potuto stimolare interessanti dibattiti sociali non ha permesso la spettacolarizzazione di una delicata situazione personale, cosa che l’ha fatta apparire certamente una gran persona ma non un grande personaggio.

Il risultato è stato, per questi motivi, un’edizione noiosa e piatta che oltre ad esserlo di per sè, per il fatto di presentarsi da ormai 7 lunghi anni con una formula invariata, non ha potuto nemmeno far affidamento su concorrenti extra-ordinari.

E in questi casi, a cambiare le carte in tavola devono intervenire gioco forza gli autori andando ad oltrepassare quel confine che segna il passaggio, a mio parere, dal reality show a programma televisivo bello e buono che di reality ha ben poco.

Se, infatti, in un reality show è ammissibile che la realtà proposta sia modificata ed indirizzata, in nome della televisività, risulta al contrario forzato appigliarsi all’inappigliabile per destare il sopito interesse del pubblico. Una mossa che, pur potendo centrare gli obiettivi, priva il reality di quelle regole fondamentali che identificano un programma televisivo del genere e non consente di poter effettuare quegli studi sociologici che qualche ingenuo riteneva di poter fare con trasmissioni come quella di cui parliamo.

E così, quest’anno, ci siamo trovati di fronte ad un show alla deriva del quale ad essere ricordati non sono più i protagonisti ma le artificiose costruzioni autorali alla ricerca dell’audience perduto.

L’edizione numero 8 del Grande Fratello non potrà essere ricordata se non per :

Ebbene! Forse e’ arrivato il momento di fermarsi un po’ ed intervallare l’immancabile nona edizione con una prima versione VIP che il nostro paese, tra i pochissimi “storici” del Grande Fratello, con 7 edizioni alle spalle, non è stato ancora capace di realizzare!

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26 commenti su "GRANDE FRATELLO : UN REALITY ALLA DERIVA?"

  1. mi dispiace proprio tanto che sia uscito Francesco.... era un grande personeggio e l'avrei sperato vincitore.... povera Christine!!!

  2. Che i reality SIANO...

  3. Che i reality sono pilotati non c'è dubbio.Ma penso che stasera al Gf hanno superato tutti i limiti.Hanno palesato ogni strategia autoriale.Volevano che uscisse Francesco(stai a capire il motivo) e ci sono ovviamente riusciti,oltre ad allungare in maniera insopportabile il brodo su Roberto e Lina.

  4. io avrei un idea:ci vorrebbe (se si arriva alla 10 edizione)un edizione All-star(o master)dove vi partecipano concorrenti scelti dal pubblico o da una giuria delle passate edizioni.Non sarebbe male cm idea Davide??

  5. michela e chiara dice:

    Francesco allontanati da Christin e prova a vincere questa edizione,sei il migliore per la tua spontanetà,bontà e rispetto nei confronti di tutti dentro e fuori..Non farti influenzare da Lina e Christin che prima o poi ti tradiranno,resta te stesso fino alla fine cosàdimostri a tutti la realtà della vita..Peccato per loro perchè non sanno cosa vuol dire essere
    ""ROMANI E IN PARTICOLAR MODO RAGAZZI DI BORGATA""""abbiamo imparato a volerti bene quasi come ad Alessandro((il tuo grande fratello))..
    Complimenti a mamma Paola e papà Maurizio che ti hanno saputo insegnare tutte queste belle cose..

  6. Commento molto interessante, che ho molto apprezzato. Io che non ho mai guardato un reality... neppure questo!, mi son trovata spesso a commentare alcuni fatti perchè portatrice di uno specifico interesse. Il 10 Febbraio ho scritto una lettera che forse qualcuno avrà letto in giro per internet, dove ringraziavo Silvia ed indirettamente Endemol per l'operazione di sdoganamento delle persone transessuali. Non riporto qui il link perchè non è corretto fare riferimenti ad altri siti... anche se questa non è pubblicità. Non mi serve, non ne ho bisogno. Lei è sempre stata se stessa, molto persona e poco personaggio. Questo ha nuociuto allo spettacolo ed è probabilmente il motivo per cui è stata ""fatta fuori"". Lei non voleva dare ciò che gli autori ad un certo punto pretendevano. E forse il contesto qualitativamente di basso livello l'ha spinta a rintanarsi in se stessa anzichè aprirsi e giocare con gli altri concorrenti. La disanima l'ho fatta altrove, quindi è inutile che mi ripeta; è sufficiente una