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Buono a Sapersi: come riciclare sempre lo stesso programma

di Marco Leardi

11/09/2017 - 18:25

Buono a Sapersi: come riciclare sempre lo stesso programma

Buono a sapersi, Elisa Isoardi

Son cambiati gli argomenti ma non il concept: Buono a Sapersi. Il nuovo programma condotto da Elisa Isoardi e debuttato oggi nel daytime di Rai1 non è poi così dissimile dalle più recenti trasmissioni della presentatrice piemontese, che lo scorso anno si era occupata di risparmi e consumi con Tempo e denaro. Stavolta l’argomento è ancora più popolare – si parla infatti di alimentazione e salute – e la resa televisiva, che pur non riserva particolari sorprese o guizzi autorali, è abbastanza gradevole. Se non altro, adatta al pubblico âgée di quella fascia.

Al debutto odierno, Elisa Isoardi è apparsa a suo agio col nuovo programma e con i suoi argomenti. Volto ormai familiare della mattinata di Rai1, la conduttrice si è trovata a gestire un format non certo nuovo al pubblico della rete ammiraglia, che da anni – in varie salse e con titoli differenti – “ricicla” il trinomio composto da alimentazione, consumi (quindi prezzi e risparmi) e consigli pratici e sulla salute. Un esempio di risparmio messo in pratica, dunque, in linea con lo spirito del programma. La padrona di casa, anche lei sempre la stessa, ha cercato l’empatia col telespettatore, facendosi ad esempio misurare la pressione in diretta o alleggerendo con un sorriso i passaggi più formali.

A Buono a Sapersi si sono inseriti inevitabilmente in una tradizione ormai nota, recuperando senza troppo sforzo d’ingegno alcune soluzioni già adottate lo scorso anno a Tempo e Denaro. Una tra tutte, la presenza di in studio di una cabina per il filo diretto tra telespettatori ed esperti: un tempo a rispondere agli utenti c’era un avvocato, ora invece tocca al medico.

Nella puntata d’esordio, una miriade di informazioni sull’uva ed i suoi derivati, unico argomento trattato con il contributo di esperti e di un inviato dalla simpatia un po’ forzata. La scelta di imbastire una puntata ‘monografica’ è rischiosa da una parte (il tema va imbroccato e su un’intera stagione non è sempre facile farlo), ma positiva dall’altra, visto che in 45 minuti di trasmissione non sarebbe saggio mettere troppa carne al fuoco.

Nel tentativo di portare brio ad un format a rischio deja-vu, Buono a sapersi è cominciato con una sigla kitsch cui la conduttrice ha preso parte con tanto di coreografia. Non sappiamo se effettivamente la marcetta in questione susciterà empatia: forse, dopo l’iniziale e catatonica perplessità, il pubblico riuscirà pure ad affezionarvisi.

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2 commenti su "Buono a Sapersi: come riciclare sempre lo stesso programma"

  1. Il programma e' migliorato decisamente. Anche la scelta del tema monografico e' ottima.

  2. In questo caso si tratta un deja-vu utile e gradevole. Ottima la scelta delle puntate monografiche e azzeccata quella di concentrarsi sul tema alimentazione e salute. È un'alternativa valida a quanto viene offerto in tv dalle 11 alle 12 dalle altre reti. Elisa Isoardi è più bella e brava che prìa.