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Bianco e Nero: un dibattito divisivo e dalle tinte populiste

di Marco Leardi

13/03/2017 - 11:00

Bianco e Nero: un dibattito divisivo e dalle tinte populiste

Bianco e Nero, La7

Bianco e Nero. Ma anche rosso, giallo, verde… Il programma di La7 dedicato alla cronaca ispeziona tutte le sfumature dell’attualità ma alla fine sceglie sempre e solo quelle dalle tinte più popolari. O populiste, se preferite. Partito con l’ambizione di analizzare le notizie più scottanti e divisive, nel corso delle settimane il talk show condotto da Luca Telese si è ritrovato ad ospitare discussioni che aggiungono poco o nulla agli argomenti selezionati. E che strizzano l’occhio alla pancia del telespettatore medio.

Nella puntata di ieri, ad esempio, il programma si è soffermato a lungo sul tema della ricchezza con Flavio Briatore in collegamento e con un dibattito che lo stesso Vittorio Sgarbi ha stroncato con una delle sue provocazioni.

Mi pare che sia uno dei tanti dibattiti completamente inutili” ha chiosato il critico d’arte non appena ha preso la parola.

Durante la serata si è anche parlato del presunto vittimismo dei napoletani, di legittima difesa, del caso dell’untore di hiv e di cibi pericolosi. Perché l’alimentazione, ormai, è argomento ampiamente sdoganato nei talk show di La7 (citofonare diMartedì). E di recente si è dibattuto pure di rich kids, di cyber bullismo, eutanasia, gender e unioni civili. Un grande potpourri di temi che hanno come comune denominatore quello di dividere facilmente l’opinione. A Bianco e Nero, infatti, si ‘gioca’ molto sui contrasti e la scelta di avere due opinionisti fissi come Giuseppe Cruciani e Luisella Costamagna non è casuale. Solleticato dai loro interventi spesso in disaccordo – cui si aggiungono quelli degli altri ospiti convocati – il telespettatore è come invitato a schierarsi.

Lo schema usato dalla trasmissione richiama a tratti quello di alcuni programmi del daytime, che selezionano (spesso dai social) le notizie più popolari e vi creano attorno il dibattito con voci ben schierate. Qualcuno, anche solo per curiosità, si soffermerà ad ascoltare. A Bianco e Nero la contesa dialettica difficilmente arriva ad una svolta e l’approfondimento è spesso limitato alle sole parole dell’avvocato Giulia Bongiorno, interpellata in qualità di grande saggio con scartoffie alla mano. La presenza della nota penalista è un valore aggiunto che porta contributi interessanti alla diretta. Non possiamo dire altrettanto per altre scelte, come quella di ospitare puntualmente il direttore di un settimanale che condivide con La7 il medesimo editore (un caso?).

Da definire meglio è il ruolo di Francesca Lancini, un’assistente dell’abile Telese più che una co-conduttrice, nonostante il piglio deciso utilizzato per interpellare gli esperti in studio. Bianco e Nero, che da ieri è passato al prime time della domenica, stenta ancora a decollare, forse anche a motivo di una scaletta spesso caotica, che punta a solleticare l’interesse del pubblico sui temi sensibili e non già a creare una coerenza narrativa rispetto alle ambizioni del programma.

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2 commenti su "Bianco e Nero: un dibattito divisivo e dalle tinte populiste"

  1. Se poi aggiungiamo che la library di film e telefilm in possesso di La7 è agghiacciante ,con film degli anni '50 e '60 e telefilm vecchi degli anni '80 e francesi con una angela nana terrificante ,allora capiamo il perchè di ascolti da prefisso telefonico

  2. Cairo continua imperterrito a voler snaturare La7 per farne un'altra Rete4 (che è la ragione dell'esistenza di questo programma). I risultati sono gli share da all digital sotto al 2%. Contento lui...