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AMICI: SI RITIRA ENRICO, CAVALIERE HARD-ROCK CAPACE DI METTERE SOTTO SCACCO LA SANGUINARIA

di Cristian Tracà

01/03/2010 - 03:16

AMICI: SI RITIRA ENRICO, CAVALIERE HARD-ROCK CAPACE DI METTERE SOTTO SCACCO LA SANGUINARIA

Nuovo record per Amici: non c’è una vittoria ad un festival di mezzo, ma il dato preoccupante di una trasmissione sotto scacco di un ventenne capriccioso, classica icona dell’alternativo che gli altri anni derideva i cantanti del programma e che riprenderà a farlo tra poco. Va via dopo varie manifestazioni di stanchezza e vari “vaffa” spediti direttamente agli interlocutori. Sembra quasi di essere in un altro pianeta a vedere la Sanguinaria così intimidita dalle bizze di Enrico, cavaliere d’amore hard-rock che tanto lo ha stregato proprio per la sua insofferenza ai classici meccanismi della televisione. Esce addirittura tra gli applausi.

I cantautori e gli artisti più anticonformisti sarebbero orgogliosi del livornese che non le ha mai mandate a dire: trionfano la libertà e l’amore, il romanticismo sui generis alla Tenco che tanto ha dimostrato di apprezzare. Perde miseramente un meccanismo ormai logoro, le cui debolezze vengono smascherate prima da Pierdavide e poi da Enrico, e che rimane per molti minuti in bilico tra la comprensione umana e la spietatezza del gioco.

Per il resto molta noia. La commissione cerca a suo modo di incidere sulla sfida annunciando sin dall’inizio della puntata che Elena, Enrico e Loredana saranno puniti, per questioni ben note ai lettori di DM, con la candidatura diretta alla sfida finale. Doppia vittoria dei Bianchi come da previsione e l’aggiunta di Rodrigo al terzetto dei puniti. Tutti i coreografi sono ormai così in disgrazia mediatica che il lapsus di Zanforlin, che attribuisce a Garofalo una bella coreografia di Garrison, ha tutta l’aria di essere freudiano per cavalcare la popolarità del trash-coreografo.

Se si desse ai ragazzi la possibilità di venir fuori artisticamente  ed esprimersi con personalità, mettendo fine alle costrizioni dettate dal “delirio” delle carte che si aprono e chiudono ormai trenta volte in una puntata, forse il pubblico apprezzerebbe di più. Ci è voluto un supplizio di Tantalo, uno spezzatino cotto a fuoco lentissimo per mandare a casa giustamente il ragazzo toscano, simpatica canaglia e genuino musicista ma niente di più, mai seriamente candidato al trionfo, nonostante qualche incauto commentatore avesse visto nella scelta di Jurman un tentativo della mecenate per farlo volare in vetta.

Non c’è appoge della Celentano su Garofalo che tenga per salvare la reputazione della commissione. Il trashcoreografo pur di cavalcare i cavalloni della notorietà si sottoporrebbe anche allo strusciage con Platinette, se la De Filippi non impedisse un’ulteriore strizzatina d’occhio all’eros-splash. Non ci sono rimarcatine di distanza dal Grande Fratello che tengano se non si cambia l’andazzo. La pruderie in note, complice una furba Elena che sa fare ormai la spalla del maestro, piace e diverte nella stessa misura in cui il voyeurismo ormai dilagante sarebbe voluto entrare nel bagno dei Blu per vedere esattamente cosa sia successo oltre alla recisione coatta dell’impianto di registrazione. E il fatto che di mezzo ci fosse il Superpigotto ha aumentato esponenzialmente le fantasie più accelerate.

Pierdavide chiedendo gente esterna a giudicarne le esibizioni colpisce ancora una volta nel segno, individuando la stanchezza di questa mancanza di oggettività a scopo personale dei professori. Dimostra ancora una volta di avere quel minimo di sensibilità per cercare di portare un po’ di respiro nel meccanismo a squadre, di cui si può proclamare ormai a furor di popolo lo stato comatoso. Solo l’amore ci salva da un triplice ballottaggio dopo una doppia sfida fatta a sua volta di dieci ballottaggi: è  tutto così arzigogolato che anche le proverbiali nostre scatole sono andate al ballottaggio per decidere se abbandonare per sempre questa missione impossibile.

A margine di questa serata si rivalutano i rari momenti di sobrietà e semplicità, ovvero il numero di magia di Rodrigo, conscio della sua impopolarità e quel plettro recuperato tra le scarpe, con tanto di segno della croce di Maria che per un attimo ha temuto che Enrico lo avesse riposto in qualche angolo ancora più recondito. Considerato il tipetto tutto è possibile.

Sarà effetto della sovraesposizione ma ormai è come se i ragazzi abbiano detto tutto: poche scosse e poche sorprese, a parte qualche baluginio della donna dai 1000 volt. Sembra di assistere ad una pellicola che lentamente scorre fino alla finale  per decidere solo a quel punto chi sia il vero vincitore tra i cantanti più in vista. Poi di mezzo si mettono anche i pistolotti di Emma Marrone , la Floriana Secondi del Salento, con il suo pesantissimo refrain della vittima che non si arrende e combatte: le manca solo la spada per annunciare la sua lotta contro i mulini al vento, George Leonard style.

Qualcuno spieghi a lei e al suo consorte Stefano che l’umiltà è ben altro dall’insistere sulle proprie origini poco fortunate per realizzare il sogno dei ragazzi della porta accanto. Qualcuno ricordi a Matteo che la guerra è finita e che ha scelto di partecipare ad un talent ad eliminazione spietato come Amici, e non alla pesca di beneficenza delle Orsoline. La tentazione di lasciare l’audio solo nei momenti delle esibizioni è forte, anzi fortissima. Quella di andare a dormire immensa, dopo un irriconoscibile Pierdavide nel nuovo inedito, che da petrarchesco-cristicchiano si abbassa  a cantore di motivetto da film cocomero.

Stendiamo un velo pietoso sull’interpretazione liturgica, ovviamente del tenorino, capace di pompare il buon testo fino a farlo diventare un salmo degno del momento della consacrazione delle ostie nelle Chiese, con tanto di spettro di Luca Canonici che tornava a turbare la serata televisiva.

A.A.A chiedesi agli autori la sterilizzazione della matrioska russa che sta facendo degenerare le sfide in un gioco con troppe scatole che, se moltiplicate ancora con tale nonchalance, potrebbero presto esplodere irrimediabilmente.

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53 commenti su "AMICI: SI RITIRA ENRICO, CAVALIERE HARD-ROCK CAPACE DI METTERE SOTTO SCACCO LA SANGUINARIA"

  1. x JO:non era il caso che dicesse quella frase,buttata lì così è sembrata una paraculata,anche se l'ha detta CON SENTIMENTO

  2. Che brutto serale. Nella mediocrità si salvano solo Pierdavide o quel poco che è rimasto del vecchio Pier, e Rodrigo per manifesta superiorità rispetto agli altri ballerini.

  3. le sfide si aprono e si chiudono così tante volte, che se il televoto si chiudesse e si aprisse davverto così tante volte, sono certa che il computer andrebbe in tilt... secondo me, fanno un'unica tirata. Tanto quel che conta alla fine è il voto complessivo delle squadre. Per ogni mini sfida tra loro, all'interno delle due sfide principali, vedono chi è in vantaggio e lo fanno vedere come il vincitore di uno o l'altro concorrente... qualcosa di questo tipo. Perché altrimenti non mi spiego perché gli altri anni hanno sempre dovuto aspettare un infinità di tempo, prima che il computer elaborasse i voti ricevuti, invece quest'anno nemmeno un secondo dopo averlo chiuso ecco che appaiono le carte (in una puntata stavano apparendo ancor prima che maria si ricordasse improvvisamente di non averlo ancora chiuso..) La vedo in questo modo, perché voglio credere nella loro buona fede... mettiamola così. :)