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L’equivoco di Netflix

La piattaforma streaming non è HBO, è Mediaset!

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

29/07/2024 - 15:35

L’equivoco di Netflix

L’errore è stato di molti e anche, forse inizialmente, dello stesso management. L’errore è stato considerare Netflix come HBO, casa di ‘quality television’. Netflix è piuttosto come Mediaset, CBS, ITV, declinate in salsa pay e streaming e con una genesi recente.

La verità su Netflix

L’equivoco però ha fatto gioco alla piattaforma. Su Netflix, lo spettatore medio è (o era) convinto di stare guardando qualcosa di nuovo, qualitativamente più elevato, distante dal trash della televisione generalista, e si meraviglia quando si imbatte in prodotti banali o dalla scarsa fattura. Per questo motivo, se ci rapportiamo alla situazione italiana, la serie di turno viene quasi nobilitata dall’inserimento nel catalogo. Come se scalare la top di 10 Netflix fosse un’attestazione di qualità. Vi diamo una notizia: non è così. Netflix è un contenitore mainstream, pieno di “POPpettoni” e “camomille per giovani” (semi cit.) che si rivolge ad una platea varia. Certo, l’audience più giovane e il catalogo sterminato, includendo alcune chicche da tutto il mondo, fa sì che possa diventare destinazione anche per il pubblico di nicchia che la tv lineare non coltiva. In questo senso, un passo in più ce l’ha. Ma la programmazione d’elite è un “boutique business” – per usare le recenti parole di Ted Sarandos al New York Times – diverso da quello di Netflix.

Il mea culpa di Ted Sarandos

Il co-Ceo, nella stessa intervista, fece mea culpa perchè ai tempi del lancio furono paragonate Netflix e HBO:

Se c’è qualcosa che mi rimangerei è quando nel 2012 abbiamo detto che saremmo diventati HBO prima che HBO diventasse noi…Quello che avrei dovuto dire è che volevamo essere HBO, CBS, BBC e tutti i vari network nel mondo che intrattengono le persone, e non avvicinarci solo a HBO

Dopotutto, all’inizio era giusto un posizionamento alla HBO per penetrare in un mercato conquistando la nicchia di ‘early adopter’ e godendo di benefici d’immagine a cascata grazie a serie tv come House of Cards e Orange is the new black. Allo stesso tempo con l’arrivo in Italia, già dall’obiettivo dichiarato di raggiungere una famiglia tricolore su 3 (circa 8 milioni di abbonati, dunque) era chiaro che la piattaforma fosse chiamata a essere “larga”. Sky ha fatto i grandi ascolti con prodotti più generalisti come Grey’s Anatomy, Gomorra e X Factor, perchè Netflix doveva farli con la serie straricercata di turno?

La produzione di serie italiane che stenta a decollare

Peraltro, non conosciamo gli ultimi dati, ma l’ambizioso obiettivo in termini di abbonati, nove anni dopo, parrebbe non raggiunto. Pesa altresì l’insoddisfacente produzione seriale tricolore, la cui mancata affermazione potrebbe essere anche riconducibile all’equivoco di cui sopra. Da un lato la spinta verso qualcosa di nuovo e il piglio snob o di qualità (almeno in teoria), dall’altro la tipologia di pubblico trasversale, hanno originato prodotti poco attrattivi, spesso ne carne né pesce. Qualcosa sta cambiando.

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