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L’Autrice Geniale

Per Il New York Times L’Amica Geniale è il più bel libro del secolo, ma lo sarebbe stato anche senza il mistero sull'identità della sua autrice?

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

25/07/2024 - 15:41

L’Autrice Geniale

Nessuno sa chi abbia scritto il romanzo del secolo. Se ci pensate è un concetto così potente, così magnetico, che basta da solo a spiegare l’enorme successo de L’Amica Geniale. Incoronato per l’appunto dal New York Times come il più bel libro tra quelli pubblicati dal 2000 ad oggi.

Un risultato clamoroso, del quale potrebbe sembrare artefice la serie tv di cui nella prossima stagione andrà in onda il quarto ed ultimo capitolo. Ma è proprio così? Non del tutto. Gli americani si erano innamorati del romanzo a prescindere, anzi, è stata proprio HBO a volerne ricavare la coproduzione internazionale divenuta poi un cult. E, benchè anche nel nostro Paese la saga fosse stata apprezzata, con la serie tv il successo è esploso diventando fenomeno di costume.

Qual è dunque la grande forza di questo titolo? Sicuramente l’impronta neorealista dell’opera e il racconto dell’Italia che fu hanno avuto il loro peso, dal momento che nella top five figurano solo romanzi di stampo storico e sociale. Così come ne ha avuto la figura carismatica di Lila, che tanta fortuna ha portato alle due interpreti che le hanno prestato il volto finora, Ludovica Nasti e Gaia Girace.

Il mistero sull’identità di Elena Ferrante alla base del successo de L’Amica Geniale

Ma senza l’autrice Elena Ferrante, e soprattutto senza il mistero che ruota attorno alla sua identità, le cose sarebbero potute andare diversamente. Perché quest’opera, interessante ma non per tutti imperdibile, non avrebbe goduto di quel tocco magico che l’ha resa leggenda e che l’ha posta automaticamente su un piedistallo.

L’inarrivabile autrice – che è nella top 100 del NYT con altri due romanzi – e la sua opera sono diventate un tutt’uno, tanto che il quotidiano americano tra le altre cose scrive che L’Amica Geniale è:

uno dei principali esempi della cosiddetta autofiction, una categoria che ha dominato la letteratura del XXI secolo

dando per scontato che la Ferrante racconti cose vissute in prima persona, cosa non appurabile in alcun modo, nonostante l’altra protagonista Lenù porti il suo nome d’arte, Elena. Dunque una delle motivazioni alla base del premio si fonda su un’ipotesi, possibilità quanto chimera, una seduzione scaturita da un affascinante segreto.

Un segreto nato dal desiderio di riservatezza da parte dell’autrice – che ha rifiutato anche in quest’occasione di rilasciare un’intervista al New York Times – e diventato il più potente ed economico strumento di marketing possibile.

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