Diciamolo subito. Qualsiasi spot, per fare leva sul telespettatore e quindi funzionare, non deve obbligatoriamente essere bello. Può risultare simpatico, ruffiano, allusivo, provocatorio, ma la qualità estetica non sembra essere tra le prerogative della pubblicità televisiva. Uno spot, tuttavia, può ridursi ad una serie di ammiccamenti, di sguardi compiaciuti rivolti alla camera, di riprese di dossi e curve (femminili).
E’ ciò che sembra emergere dall’attuale spot Tim, ultimo di una serie di commercial che vedono come protagonista Belen Rodriguez ed inizialmente recitati in coppia con Christian De Sica. La pubblicità in questione porta, infatti, agli estremi la struttura di base degli spot Tim: Belen è la Bella di turno (una procace bagnina, per la precisione), intorno alla cui figura si costruiscono una serie di gag e situazioni in stile vagamente B-movies.
Gli spot sono infarciti di riferimenti cinematografici ed anche televisivi: da un lato, si strizza l’occhio ai cinepanettoni (e la stessa presenza di De Sica sembra confermarlo), dall’altro allude visivamente a cult televisivi quali Baywatch, il tutto accompagnato dal sottofondo ossessionante di “Bad romance” di Lady Gaga. Il sospetto è che, dietro a questa mole consistente di riferimenti, manchi una vera e propria sceneggiatura (le ministorie narrate sono fragiline, i dialoghi a dir poco stucchevoli) o meglio, manchi deliberatamente, forse perchè si vuole dare maggiore risalto alla fisicità della Rodriguez e molto meno alla cornice narrativa degli spot. E una possibile conferma ci giunge proprio dal commercial Tim attualmente in onda, nel quale Belen sembra volerci suggerire “Mamma mia quanto sono bella” oppure “Sono o non sono una bellissima ragazza?”.
Ok, il concetto è chiaro, ma dispiace dirlo: lo spot è una disfatta della creatività. Assai diverso, e meritevole di attenzione, è la serie di spot di un’altra compagnia telefonica, Vodafone, con protagonista Ilary Blasi. Al contrario dei commercial Tim, qui troviamo una buona sceneggiatura, pensata anche in virtù del testimonial scelto, ma soprattutto manca (e non se ne sente la mancanza) l’esposizione del fisico femminile. Creare uno spot senza ammiccamenti e grasse risate si può fare: l’importante è volerlo veramente.
1. boop ha scritto:
4 agosto 2010 alle 20:07